I disturbi d’Ansia sono tra le patologie più frequenti e spesso non curate.  A causa di ciò, le persone potrebbero ricorrere all’intervento di uno psicoterapeuta dopo mesi o anni dall’insorgere dei sintomi.

Cos’è l’ansia

E’ uno stato del Sistema Nervoso Centrale, un intenso moto affettivo penoso accompagnato da modificazioni fisiche e psichiche. Modificazioni fisiche: tremori, formicolii, tensione muscolare, nausea disturbi digestivi, offuscamento e restringimento del campo visivo, vertigini, tachicardia e palpitazioni, vampate di calore, respiro affannoso. Modificazioni psichicheconfusione, stordimento, assenza, pensieri ridondanti e ripetitivi, sensazione di forte pericolo.

L’ansia di per se non è un fenomeno patologico, una certa dose di attivazione serve infatti per attivare tutte le nostre risorse in una modalità utile all’adattamento, ma se eccessiva  ci blocca, riduce la ricchezza del nostro repertorio comportamentale invadendo ampie sfere di vita.

Cosa ci fa fare l’Ansia?  Le persone che hanno questo disturbo tendono ad evitare le situazioni temute per non dover affrontare una sofferenza o un disagio considerato insopportabile, così  facendo da un lato impoveriscono il loro repertorio di comportamenti e dall’altro riducono eccessivamente i loro spazi vitali. Si innescano così dei pericolosi circoli viziosi determinati dalla paura della paura.

Perché ci sono alcune situazioni che ci fanno venire l’ansia?  Perché le percepiamo come “pericolose”.

Temiamo che una certa situazione si presenti; che sia catastrofica; abbiamo la sensazione di non poterla fronteggiare e crediamo di non poter disporre di nessun aiuto, si  instaura così un dannoso evitamento e spesso una restrizione degli spazi di libertà.

Più mi sento impaurito più evito… più evito, più mi spavento e tendo ad evitare.

Trattamento

La cura dell’ansia patologica prevede sedute di psicoterapia in cui trovano spazio: psicoeducazione, analisi dei pensieri disfunzionali e loro modifica, graduale esposizione alle situazioni temute. Molto utili nel lavoro anche sessioni di meditazione ed esercizi di rilassamento.

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Disturbo di panico

Gli attacchi di panico sono episodi di improvvisa ed intensa paura o di una rapida escalation dell’ansia normalmente presente. Sono accompagnati da sintomi fisici e pensieri caratteristici quali, palpitazioni, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, paura di morire o di impazzire, brividi o vampate di calore.

Chi ha provato gli attacchi di panico li descrive come un’esperienza terribile, spesso improvvisa ed inaspettata, almeno la prima volta. E’ ovvio che la paura di un nuovo attacco diventa immediatamente forte e dominante.

Il singolo episodio, quindi, può sfociare facilmente in un vero e proprio disturbo di panico, più per “paura della paura” che altro. La persona si trova rapidamente invischiata in un tremendo circolo vizioso che spesso si porta dietro la cosiddetta “agorafobia”, ovvero l’ansia relativa all’essere in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto, nel caso di un attacco di panico inaspettato. Diventa così estremamente difficile uscire di casa da soli, viaggiare in treno, autobus o guidare l’auto, stare in mezzo alla folla o in coda, e cosi via. La caratteristica essenziale del Disturbo di Panico è la presenza di attacchi di panico ricorrenti, inaspettati, seguiti da almeno 1 mese di preoccupazione persistente di avere un altro attacco di panico.

Il primo attacco di panico è generalmente inaspettato, cioè si manifesta “a ciel sereno”, per cui il soggetto si spaventa enormemente e, spesso, ricorre al pronto soccorso. Di solito gli attacchi di panico sono più frequenti in periodi stressanti. Alcuni eventi di vita possono infatti fungere da fattori precipitanti, tra quelli più comuni troviamo la separazione, la perdita o la malattia di una persona significativa, l’essere vittima di una qualche forma di violenza, problemi finanziari e lavorativi.

Fobia

La fobia è una paura marcata e persistente con caratteristiche peculiari: è sproporzionata rispetto al reale pericolo dell’oggetto o della situazione; non può essere controllata con spiegazioni razionali, dimostrazioni e ragionamenti; supera la capacità di controllo volontario che il soggetto è in grado di mettere in atto; produce evitamento sistematico della situazione-stimolo temuta; permane per un periodo prolungato di tempo senza risolversi o attenuarsi; comporta un certo grado di disadattamento per l’interessato; l’individuo riconosce che la paura è irragionevole e che non è dovuta ad effettiva pericolosità dell’oggetto, attività o situazione temuta.

Fobia Psicologa RomaLa fobia è dunque una paura estrema, irrazionale e sproporzionata per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia e con cui gli altri si confrontano senza particolari tormenti psicologici. Chi ne soffre, infatti, è sopraffatto dal terrore all’idea di venire a contatto magari con un animale innocuo come un ragno o una lucertola, o di fronte alla prospettiva di compiere un’azione che lascia indifferenti la maggior parte delle persone (ad esempio, il claustrofobico non riesce a prendere l’ascensore o la metropolitana). Le persone che soffrono di fobie si rendono perfettamente conto dell’irrazionalità di certe reazioni emotive, ma non riescono a controllarle.

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Fobia sociale

Fobia sociale - Psicologa RomaLa fobia sociale è un disturbo alquanto diffuso tra la popolazione. Secondo alcuni studi, la percentuale di persone che ne soffre va dal 3% al 13%. Sempre secondo questi studi sembra che ne soffrano più le donne che gli uomini. La caratteristica principale della fobia sociale è la paura di agire, di fronte agli altri, in modo imbarazzante o umiliante e di ricevere giudizi negativi. Questa paura può portare chi ne soffre ad evitare la maggior parte delle situazioni sociali, per la paura di comportarsi in modo “sbagliato” e di venir mal giudicati. Solitamente le situazioni più temute da chi soffre di fobia sociale sono quelle che implicano la necessità di dover fare qualcosa davanti ad altre persone, come ad esempio esporre una relazione o anche solo firmare, telefonare o mangiare; a volte può creare ansia semplicemente entrare in una sala dove ci sono persone già sedute, oppure parlare con un proprio amico. Le persone che soffrono di fobia sociale temono di apparire ansiose e di mostrarne i “segni”, cioè temono di diventare rosse in volto, di tremare, di balbettare, di sudare, di avere batticuore, oppure di rimanere in silenzio senza riuscire a parlare con gli altri, senza avere la battuta “pronta”. Infine, accade spesso che chi ne soffre, quando non si trova in una situazione temuta, riconosca come irragionevole la propria paura e tenda, conseguentemente, ad auto accusarsi e rimproverarsi per non riuscire a fare cose che tutti fanno. La fobia sociale, se non trattata, tende a rimanere stabile e cronica.

Disturbo d’ansia generalizzata

La persona con Disturbo d’Ansia Generalizzata sperimenta un costante stato d’ansia, spesso concernente piccole cose e caratterizzato da attesa apprensiva con anticipazione pessimistica di eventi negativi o catastrofici di ogni genere a natura.

Oltre a questa eccessiva e incontrollabile preoccupazione per qualsiasi circostanza, si riscontrano anche sintomi somatici, quali sudorazione, vampate, batticuore, nausea, diarrea, bocca secca, nodo alla gola, ecc..

Talvolta vengono lamentati disturbi muscolo-scheletrici, come tensione (soprattutto alla nuca e al collo), tic, tremori, affaticabilità. La tensione muscolare può inoltre esprimersi con manifestazioni algiche diffuse o cefalee. I soggetti con questo disturbo sono spesso irritabili, irascibili, incapaci di rilassarsi e persino di mantenere la concentrazione; sono descritti come persone spesso irrequiete, distratte e impazienti. Frequentemente soffrono di insonnia e rimuginano sull’eventualità di disgrazie incombenti, per sé ed altri. Il disturbo – tendenzialmente cronico e di lunga durata – può facilmente essere accompagnato da depressione e portare ad un abuso di alcol, caffeina, stimolanti ed altre sostanze. Per diagnosticare un Disturbo d’Ansia Generalizzato, la caratteristica essenziale del quadro – la presenza di preoccupazioni eccessive inerenti la maggior parte delle comuni attività del soggetto – deve occupare la maggior parte del tempo.

La persona non è capace di controllare tale attesa apprensiva. Per la diagnosi sono inoltre necessari almeno tre dei seguenti sintomi:

  • Irrequietezza o sentirsi “con i nervi a fior di pelle”
  • Affaticabilità
  • Irritabilità
  • Difficoltà di concentrazione o vuoti di memoria
  • Tensione muscolare
  • Sonno irrequieto, insoddisfacente o difficoltà ad addormentarsi.